Quante volte riempi questa domanda d’interesse sincero? Quante invece la sprechi, per gentilezza formale?
Quante volte senti davvero ciò che ti viene risposto? Ci dai peso e ne gioisci, o te ne rammarichi
E come stai
Quando lo chiedi solo per farti fare la stessa domanda
Quando non hai il tempo di dirlo, perché l’altro sta, sempre più di te
E se te lo chiedono
Rispondi davvero, o non ci dai peso?
Dici: tutto ok normale abbastanza bene dai…
Aspetti te lo chieda qualcuno
che non te lo domanda mai?
Come stai, quando è una voce che ami
a pronunciare per te quelle parole
Quando lo leggi in uno sguardo, quando interessa a un amico
Soprattutto, è una domanda che ti fai?
Oppure non te ne curi
Perché non ti parli
Perché ti interessa di più la risposta di un altro
O sei impegnato a capire chi sei, cosa fai, dove vai…
Oggi te lo chiedo io:
Come stai?
*Illustrazione in evidenza di Giulia Pintus
Le due parole più consumate di sempre. Come quando una volta si metteva la puntina sul disco vinile fino a consumare quel piccolo spillino, che senza non poteva funzionare niente. Ecco, la vita è questa, rare volte il senso di ragno percepisce la sincerità in quelle due misere consumate parole. Tu come stai Elisa? Sinceramente, quanto vorresti cambiare di questa vita? Io tutto, ma poi nel cambio cosa ci guadagnamo?
Colonna sonora “E tu come stai” di Baglioni. 🖐️🌼
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Non lo so che cosa ci guadagnamo…ma se non ci apriamo al cambiamento non lo sapremo mai, o una cosa del genere, giusto?
Io sto bene, mi ritengo fortunata. Grazie di averlo chiesto 😀
Sinceramente potrei stilare una lista infinita di cose che voglio cambiare, ma mi ci hai fatto pensare, e forse è lunga quanto quella delle cose che voglio tenere!
Buona serata🖐️🌼
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