Guardatemi.
Guardatemi pure.
(Pausa)
Guardate, guardate…
Vengo dagli Stati Uniti, o dalla Finlandia, fate voi. Potete decidere voi a me non interessa. Basta che guardiate. (Pausa) Guardatemi pure. Questi occhi vispi e grandi, questo naso, questo collo sporgente e allungato…ci sono annunci di me su ogni sito. Sono stata selezionata tra tantissimi articoli speciali. Avermi alla parete “sarà una cosa unica”…così hanno scritto.
Sono mediamente pacifica, divento aggressiva o un po’ più intollerante quando mi sento minacciata o quando mi accoppio, o se mi sento minacciata mentre mi accoppio, che se uno si mette in mezzo proprio mentre…ma in generale sono pacifica. Non corro molto veloce, solo sessanta chilometri all’ora, però ho l’olfatto e l’udito molto sviluppati. Almeno, li avevo.
Sono in questa casa dall’inverno del 1983. Mi ci hanno portato dopo un viaggio lungo ed estenuante, dopo interventi e trattamenti con varie sostanze, dopo avermi imbottita di non so bene cosa. Altrimenti non sarei stata come sono adesso. Così sveglia. Così bella. Non sarei potuta arrivare in altro modo qui, non nel modo in cui mi avevano ritrovata nel bosco. Immobile. Ero stanca ma non potevo dormire ancora. Dovevo stare sveglia, vigile e attenta. Così sto sveglia da quando mi hanno attaccata alla parete, sempre all’erta, a sorvegliare il grande e vecchio salotto con gli occhi vispi e accesi. D’inverno mi godo il caldo del camino che mi intiepidisce la gola, d’estate spalancano le finestre e se spingo lo sguardo tutto a destra posso immaginare la strada sterrata che conduce al bosco.
Ogni tanto passa qualche volpe.
Sono in questa casa dall’inverno del 1983 ed è andata a finire che mi sono affezionata alle pareti e alla libreria che mi sta di fronte. Ci si adatta a tutto alla fine, siamo fatti per questo no? Per adattarci. Sono stata testimone silenziosa del tempo trascorso nel salotto. Qui il cibo non vanno a cacciarlo, lo portano già tagliato e cucinato e lo mangiano con degli attrezzi di metallo. Non li ho mai visti sporcarsi le mani con il sangue o con la terra. Non intenzionalmente. Non camminano così spesso all’aria aperta e non vanno a guardare l’alba o a salutare il sole che tramonta. Si procurano la legna già in pezzi da fuori e la mettono nel camino poi si scaldano qui, e stanno a fissarmi. In particolare lui. Seduto sulla poltrona, ogni tanto mi distraggo e sento i suoi occhi addosso.
Fuori c’è un piccolo lago ma non vanno mai a farsi il bagno o a bere.
Io lo trovo quantomeno strano.
Sono in questa casa dall’inverno del 1983 ma ora stanno cercando di piazzarmi da un’altra parte. Mi hanno scattato delle fotografie che hanno caricato sui siti dove tutti possono vedermi e confrontarmi con altri esemplari simili. Sono convinti che potrebbero anche guadagnarci un po’, al mio posto vogliono appendere qualcosa di molto costoso ma completamente diverso. Almeno è quello che ho sentito. Però io sono unica, peso 16 chilogrammi e ho delle corna meravigliose, quando i padroni di casa ricevono visite, gli ospiti non possono fare a meno di dire: “Che bella”. Proprio bella, sì, questa testa di alce.
Non mi sento più tanto alce. Bella lo dicono gli altri e dopotutto cosa me ne faccio. Però alce…. Le mie corna sono ancora piene del loro splendore, tutto il resto è vetro e impagliatura, imbottitura di qualcosa che non è la mia carne, non sono le mie viscere. Ma ci si abitua, ci si abitua a tutto e ci si adatta. Mi sono adattata a essere testa di alce perché questo sono, quando stanno lì a fissarmi sorseggiando il caffè dalla loro tazzina di ceramica. Io lo trovo quantomeno strano. Come se li vedessi e dicessi alle mie compagne eccola! Eccola la testa d’uomo, guardala.
Alla fine ci si abitua a tutto. Anche alle teste di alce che stanno nei salotti dal 1983.
Quindi guardatemi.
(Silenzio)
Guardatemi pure.
(Pausa)
Guardate, guardate.

Mi piace! Il senso critico visto dall’altra parte.
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Grazieee ❤ Nizzzzi
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Cruda e reale.. Poveri uomini!
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